I libri della giungla, con i titoli The jungle book e The second jungle book, furono pubblicati da Kipling fra il 1894 e il 1895. Il protagonista di queste bellissime e singolari avventure è Mowgli, il cucciolo di uomo che viene allevato dai lupi. Elementi, questi, già presenti nel folclore. Ricordiamo che più tardi (nel 1914) anche Edgar Rice Burroughs scrisse di un bambino allevato dai lupi.
Non possiamo, comunque, assimilare Mowgli a Tarzan. I libri della giungla hanno uno stile avventuroso, sì, ma anche in un certo senso favolistico. In Tarzan c’è una ricerca delle proprie radici, che lo porterà ad un avvicinamento alla propria razza, da cui poi si distaccherà. In Mowgli questa ricerca non si nota, è un selvaggio e selvaggio resta.
Gli animali sono animali nelle avventure di Burroughs. I veri protagonisti sono gli uomini. Nei racconti della giungla di Kipling, invece, gli animali sono protagonisti, assieme a Mowgli, dello scenario selvaggio dell’India. Sono perfino dotati di parola. Ve ne sono di buoni, di saggi, che insegnano e consigliano Mowgli, e di infidi, che diventano nemici del ragazzo.
Ne I libri della giungla, comunque, Kipling non narra soltanto delle avventure delle terre selvagge dell’India, ma ci porta anche fuori, in altri posti altrettanto lontani e affascinanti. Perché tutta la Natura, per Kipling, è una giungla. Giungla non solo quindi intesa come ecosistema ed ambiente ristretto ad una precisa località geografica, ma giungla nel significato più ampio di zona selvaggia e colma di pericoli per ogni animale che, ogni giorno, deve combattere per affrontare la vita. In quei racconti troviamo altri protagonisti, non più soltanto il piccolo Mowgli.
Così, ne Il primo libro della giungla, leggiamo la storia di Kotick, la Foca Bianca, nell’omonimo racconto, ambientata nel mare di Bering; di Rikki-Tikki-Tavi, la mangusta, ambientata ad Allahabad; del bambino chiamato Toomai e di Kala Nag l’elefante. Ne Il secondo libro della giungla leggiamo il racconto de I beccamorti, uno sciacallo, una gru e un coccodrillo. Ma troviamo anche uomini come protagonisti, come nel racconto di Purun Bhagat, l’Uomo Santo, o Quicquern, una storia Inuit ambientata nel Circolo Polare Artico.
Mowgli, in un certo senso, fa da filo conduttore dei due libri e da raccordo fra un racconto e l’altro. E’ come la personificazione della Natura selvaggia, è il cucciolo che incarna l’essenza della vita animale. E’ l’unico che parla sia ad uomini che animali. L’Orso Baloo, la Tigre Shere Khan, l’Elefante Hathi, la pantera Bagheera, la lupa Akela, il serpente Kaa, il lupo Phao, il bufalo Mysa, l’avvoltoio Rann sono nomi entrati a far parte dell’immaginario collettivo, nomi che evocano l’avventura, tanto da diventare parte della nomenclatura dei gruppi scout.
I libri della giungla sono un classico dell’avventura di fine ottocento, due romanzi unici nel loro genere, ispirati a racconti folcloristici ma frutto comunque di un genio della letteratura, che hanno dato vita a numerose rievocazioni e che continuano ad appassionare, segno questo della loro intramontabilità.
- I libri della giungla
di Rudyard Kipling (tit. orig. The jungle book e The second jungle book) - Fabbri (collana La Grande Biblioteca)
- 484 pagine
- agosto 1996
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