Cuore è un libro che viene ricordato spesso per alcuni racconti, trasposti al cinema e in televisione, come Dagli Appennini alle Ande o La piccola vedetta lombarda. Pubblicato da Edmondo De Amicis nel 1886, venticinque anni dopo l’unità d’Italia, il libro ottenne un grande successo.
Forse non possiamo parlare propriamente di romanzo, ma di diario di scuola. La struttura del libro è semplice, ricalca quella dell’anno scolastico in cui il protagonista – e “io narrante” – è Enrico Bottini, alunno di terza elementare.
I capitoli, dunque, vanno da ottobre a luglio, dieci mesi in cui Enrico ha annotato tutto ciò che accadeva nella sua classe e nella sua vita familiare e a Torino, la sua città. Sono piccoli episodi di vita quotidiana, brevi racconti collegati uno all’altro.
In mezzo a queste storie di vita scolastica trovano posto i racconti mensili, che ci parlano di un’Italia precedente ai fatti narrati, ci raccontano scene di vita e di guerra in cui sono ancora i bambini i protagonisti, ma soprattutto gli eroi.
Cuore è un libro che esalta valori come il rispetto per il lavoro e l’autorità, il patriottismo, dà spazio ai sentimenti di fratellanza. È un libro che guida il lettore, forse, verso un percorso didattico. Al suo interno ci sono lettere al bambino da parte del padre, della madre e della sorella, che ammoniscono, consigliano, rimproverano il piccolo Enrico.
Per alcuni Cuore è un libro discutibile, soprattutto perché, letto con occhi contemporanei, parecchi valori trasmessi nelle pagine sono oggi sorpassati, dimenticati.
Qualcuno vi legge un’esaltazione alla guerra e alla morte, ma quel qualcuno finge forse di non sapere quando Cuore è stato pubblicato, in quale preciso contesto storico. Non c’è una generalizzata giustificazione per la guerra e una assidua ricerca di martiri, come non c’è un odio generalizzato per lo straniero. Chi scrive questo non ha letto o non ha capito Cuore.
La guerra era una guerra dovuta, il martire ha contribuito all’unità d’Italia, lo straniero era quello occupante. Cuore si limita a non far dimenticare ciò che è avvenuto in Italia e perché. Cuore vuol insegnare ai bambini quali valori e quali sacrifici hanno portato all’unità del Paese.
Si è anche parlato di personaggi stereotipati, come Franti, sprezzante e disubbidiente alunno della classe di Enrico, o Garrone, il gigante buono. Non vedo alcuna stereotipia in questi personaggi. Ho conosciuto bambini come Franti e Garrone.
Se si incolpa De Amicis per aver voluto indirizzare il lettore verso alcuni ideali di Patria e rispetto reciproco – non passa inosservato come vengano rispettati i bambini più poveri e i lavori più umili – allora è una colpa che l’autore può indossare a testa alta.
Se Cuore incarna valori ormai persi in un mondo come il nostro, che fonda le sue basi sul menefreghismo e la prevaricazione, allora Cuore andrebbe riletto nelle scuole di oggi. Come un classico che non perde mai la propria vitalità.
- Cuore di Edmondo De Amicis
- C.D.C. Centro Diffusione Cultura
- 300 pagine
- 1986
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