Terzo episodio della saga di Mondonove, il pianeta dei veleni, un mondo immaginario in cui si mescolano più generi, più simboli, più tributi, anche, a vari cult della letteratura e del cinema. Mondonove va oltre la semplice fantascienza, è un’apocalisse senza fine del mondo, è una piaga meccanica che imprigiona l’umanità in un bozzolo di lamiere e pulegge.
Una condanna. Forse è così che Dario Tonani, l’autore, vede il futuro del genere umano. La sua passione per l’automazione e la sua dipendenza dalla tecnologia e dai macchinari. Schiavitù e minaccia, questo si legge fra le righe di questo racconto e dei precedenti.
Chatarra si pone come un racconto a sé stante, rispetto alla saga. Ma forse è meglio parlare di quattro episodi a sé stanti che insieme danno vita agli incubi di Mondonove. Quattro perle di scrittura che affascinano il lettore, quattro pezzi di letteratura a metà fra lo steampunk e la fantascienza apocalittica.
Sono casi isolati di un Morbo che si nutre di umani. Sono anche un contagio che li unisce, uno dopo l’altro, fino a estendersi su tutto il corpo come una metastasi di ottone. Fantasia da vendere, in questo Chatarra, l’isola della morte, là dove le carcasse meccaniche di centinaia di macchine riposano in attesa di morire.
Interessante questo nuovo episodio della saga, assimilabile, per ritmo e dinamica, a Robredo. Due personaggi contro le macchine nel primo e ancora due nel secondo. Entriamo più a fondo nel mondo creato da Tonani, scopriamo nuovi segreti, nuove minacce.
Dopo tre capitoli della saga, Mondonove continua a sorprendere e non perde forza. L’incubo avviato con Cardanica è ancora lì, viva minaccia di metallo e olio. Non demorde. E lo stile di Tonani è sempre vivo e solido. Come il metallo che decanta.
- Chatarra di Dario Tonani
- 40K
- 7200 parole
- 2011
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