Una breve storia di fantascienza, del tipo che io non apprezzo molto, ma scritta con uno stile che coinvolge. Mi ha ricordato Ubik di Philip K. Dick, che a me non era piaciuto. È comunque un valido racconto, che tratta aspetti su cui discutere e che mostra un’evoluzione della tecnologia e anche del genere umano.
L’ambientazione è appena delineata, ma con poche parole Doctorow riesce comunque a far entrare il lettore nel suo mondo, e non solo per la presenza di zaini coi razzi e di strumenti medici sofisticati. La vicenda si svolge in pochi interni, l’azienda, la casa del protagonista e pochi altri, ma non abbiamo difficoltà a capire che si tratta di un mondo lontano.
Chicken Little prende spunto, per il titolo, da una fiaba inglese, ma nella versione italiana della storia è stato mantenuto in lingua originale, anche perché sarebbe stato intraducibile. Per contro, chi non conosce il significato della frase, non troverà riscontri nella storia e quindi credo che un titolo del genere, in italiano, non faccia effetto, non dia quantomeno giustizia alla storia e al suo messaggio.
Il racconto è molto dialogato, Cory Doctorow affida ai suoi personaggi, pochi del resto, ma non ne occorrevano di certo di più, la storia, lasciandogli piena libertà attraverso le loro discussioni. Sinceramente preferisco più le parti narrate in una storia, rispetto a quelle molto dialogate, ma credo dipenda non solo dallo stile dell’autore ma anche dal tipo di storia da scrivere.
Chicken Little si legge comunque velocemente, ha un buon ritmo, anche se non c’è praticamente azione. Ma qui non serve, qui siamo di fronte a un’azienda che deve risolvere determinati problemi, eppure, in tutta questa ovvia staticità, non c’è nessuna lentezza nella narrazione a rallentare la lettura.
- Chicken Little di Cory Doctorow
- 40k
- 4 novembre 2011
- 126 kb
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