La prima avventura dedicata al pianeta impossibile, in originale Deathworld, è una splendida storia di fantascienza classica, in cui ritroviamo alcuni elementi visti nei cicli di Asimov, dove le conquiste spaziali e la colonizzazione di nuovi mondi non sono più un sogno, ma una realtà.
Un romanzo avvincente sin dalle prime pagine, con un inizio quasi statico, ma è solo questione di un capitolo, per introdurre il lettore – e il protagonista, Jason dinAlt, un giocatore d’azzardo – in un pianeta che non ha eguali nell’universo: Pyrrus.
Harrison è riuscito a ideare e descrivere in maniera realistica un pianeta impossibile, con caratteristiche inusuali e una fauna e una flora che sembrano appartenere alla preistoria terrestre, ma qui portati al parossismo. Si legge, fra le righe, una ricca documentazione, di cui ha dato prova più tardi con la trilogia degli Yilanè.
Pianeta impossibile rappresenta una sfida, non solo come storia, ma anche in senso letterario. È una sfida continua per i suoi abitanti, ma è stata anche una sfida per chi ha pensato e scritto questo romanzo.
Perché Pyrrus nasconde un segreto nel suo passato, ed ecco che la storia si trasforma in un’avventura che ha quasi del giallo, una lunga ricerca della verità, di quelle che sconvolgono e non si vogliono tramandare.
La scrittura di Harry Harrison è sempre piacevole, scorrevole. Può scrivere di preistoria, come la trilogia che ho appena menzionato, che rappresenta un capolavoro di storia alternativa, e di pianeti e astronavi, ed essere a suo agio.
I suoi personaggi sono ben delineati, grazie non solo a un’accurata descrizione che ne fa l’autore, ma anche alla loro recitazione, ai dialoghi ben costruiti e alle loro azioni. Ogni personaggio inserito risulta credibile e coerente.
La storia si fonda su un’idea originale, che corre sì sui binari della fantascienza classica, ma si veste di psicologia, rendendo Pianeta impossibile un romanzo unico che, pur nella sua brevità, non manca di soddisfare il lettore.
E Harry Harrison è riuscito a vincere la sfida, ha portato a termine un romanzo che affascina e in cui si riconoscono elementi appartenenti ad altri generi narrativi, qui amalgamati e sfumati. Una sorta di lotta fra il Bene e il Male, in cui non appare chiaro chi appartenga a una schiera e chi all’altra.
Spetterà a Jason dinAlt giocare la sua partita più complessa e impegnativa, in un gioco in cui la posta rappresenta la sua vita e quella dell’intero pianeta.
- Il pianeta impossibile – Parte I di Harry Harrison (tit. orig. Deathworld I)
- Editrice Nord
- 147 pagine di 466 del volume Pianeta impossibile
- gennaio 1987
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