Terzo capitolo della trilogia dedicata al pianeta impossibile. In realtà non si tratta di romanzi ambientati su Pyrrus, come avevo pensato in un primo momento, ma in ogni libro Harrison affronta un pianeta differente, con differenti comunità e stati sociali.
La particolarità di questa trilogia sta nel fatto che Harrison è riuscito a creare tre romanzi distaccati uno dall’altro, anche se sono praticamente conseguenti cronologicamente, senza scadere nel banale e proponendo quindi tre storie diverse.
La pecca, secondo me, sta in quest’ultimo capitolo. In Pianeta impossibile parte I c’è un’originalità di fondo, un’idea buona ben sviluppata, che offre al lettore una storia affascinante e avventurosa. È il miglior capitolo della trilogia.
Pianeta impossibile parte II è sempre un buon romanzo, si stacca dal primo e risulta originale come idea e storia. L’avventura non manca, anche Harrison sfrutta il classico eroe prigioniero da salvare, ma non per questo risulta scadente.
Arriviamo quindi a Pianeta impossibile parte III, dove si assiste quasi a una ripetizione del secondo romanzo della trilogia. Non c’è nulla di nuovo, qui. Le vicende del secondo libro vengono portate all’eccesso, il protagonista si pone ancor più come una sorta di superuomo.
Se la seconda parte era caratterizzata da un Jason dinAlt inventore, qui troviamo un Jason dinAlt in grado di modificare il tessuto sociale di un pianeta, che appare ancor più arretrato del precedente, e innescare un cambiamento epocale.
Ho trovato le pagine meno scorrevoli dei precedenti romanzi, forse perché, in fondo, non stavo leggendo nulla di nuovo. Anche se storie completamente differenti, anche qui siamo di fronte a una società di stampo medievale, dove prevalgono comportamenti barbari.
La trilogia Pianeta impossibile resta comunque una saga interessante nel panorama della fantascienza classica, per quanti amano i mondi colonizzati dall’uomo nel corso dei millenni, mondi che hanno dimenticato – fin troppo – l’origine terrestre, come nella saga della Fondazione di Asimov.
Esistono altri quattro capitoli della saga:
- Return to Deathworld
- Deathworld vs. Filibusters
- The Creatures from Hell
- Deathworld 7
ma scritti esclusivamente per il mercato russo, dove Harrison è uno degli scrittori di fantascienza più popolari. Non ci sono traduzioni inglesi di quei lavori, i primi tre scritti in collaborazione con Ant Skalandis e l’ultimo assieme a Mikhail Ahmanov.
- Pianeta impossibile – Parte 3 – Harry Harrison (tit. orig. Deathworld 3)
- Editrice Nord
- 167 pagine di 466 del volume Pianeta impossibile
- gennaio 1987
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