Il volume ha un suo valore storico e anche narrativo, poiché rappresenta un’altra opera del maestro Tolkien, questa volta in forma poetica. Siamo ben lontani da opere come Il Signore degli Anelli o Lo Hobbit, quindi chi decide di acquistare La leggenda di Sigurd e Gudrún è perché davvero interessato a possedere opere di Tolkien e a conoscere ogni aspetto della sua cultura e della sua scrittura.
Al di là di questo, il libro in realtà contiene ben poco di ciò che ha scritto Tolkien, limitandosi a Il nuovo lai dei Volsunghi e Il nuovo lai di Gudrún. Meno di metà libro, dunque.
Il resto è, come al solito, una lunga teoria di commenti del figlio, che ho avuto modo di conoscere nelle raccolte di racconti e che già a quel tempo trovai noiosi e inutili. La minuziosa mania con cui il figlio Christopher spiega ogni passo e ogni (probabile) decisione del padre risulta di lettura pesante e anche noiosa il più delle volte.
Ciò che rende prezioso La leggenda di Sigurd e Gudrún, quindi, è ciò che ha realmente scritto Tolkien. Interessanti sono invece le appendici finali, di natura storica, e la postfazione all’edizione italiana.
Per quanto riguarda i versi, purtroppo la traduzione italiana non rende merito alla poesia di Tolkien. È un libro da leggere in lingua originale, perché i versi sono spesso banali per come sono resi in italiano. Sembra una poesia forzata, mentre leggendoli in inglese funzionano.
Forse sarebbe stato più onesto pubblicare l’opera in versi di Tolkien prima, con l’aggiunta di un breve saggio per spiegarne la genesi alla fine del libro.
- La leggenda di Sigurd e Gudrun di J.R.R. Tolkien (tit. orig. The Legend of Sigurd and Gudrún)
- Bompiani
- 436 pagine
- ottobre 2009
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