Romanzo che si è fatto attendere, Il Labirinto dei Libri Sognanti. Ultimo capolavoro di Moers, seguito de La Città dei Libri Sognanti. Siamo ancora alle prese con lo scrittore prolifico e prolisso Ildefonso De Sventramitis, che ci narra il suo ultimo viaggio.
Il Labirinto dei Libri Sognanti ha un inizio un po’ lento e che non scorre molto, anche se fa parte del gioco. A narrare è lo Sventramitis e siamo costretto a sorbirci le sue infinite divagazioni, i suoi dettagli, le sue parentesi.
Poi il romanzo si fa sempre più interessante. Moers introduce un’altra delle mille novità create nel continente Zamonia, un’attrazione di Librandia che, se inizialmente lascia il lettore un po’ sorpreso – stiamo leggendo di un labirinto e ci ritroviamo a teatro – dall’altra quest’attrazione, questa nuova follia zamonica, si fa sempre più curiosa fino a prenderci totalmente.
Il Labirinto dei Libri Sognanti è la dimostrazione della infinita immaginazione di Walter Moers, che nuovamente ci porta in un mondo impossibile eppur credibile, proprio per la sua peculiarità, per tutta quella gran teoria di creature strane e grottesche che popolano il suo mondo.
Se il precedente, La Città dei Libri Sognanti, è stato più dinamico, d’azione e anche più avventuroso, Il Labirinto dei Libri Sognanti procede più lentamente, con più tranquillità, ma non con meno trasporto.
E il Labirinto? Arriverà anche quello, per il lettore che trepida durante la lettura. E forse questo romanzo è da vedersi anche come un gioco del Moers, uno scherzo zamonico che lascia i lettori sul filo dell’attesa fino alla fine.
E la fine, quando arriva, dopo 450 pagine di testo zamonico e illustrazioni di minuziosa precisione, dà il colpo di grazia al lettore. Perché la fine… non è la fine, ma l’inizio. Questa è stata l’ultima invenzione di Walter Moers. Scrivere un romanzo, un’intera storia, solo per creare l’inizio di un’altra.
- Il labirinto dei libri sognanti di Walter Moers
- Salani
- 450 pagine
- settembre 2012
Speak Your Mind