È un fantastico originale quello di Dino Buzzati, pieno di libertà narrativa e di creatività. Un fantastico che parte come un romanzo qualunque, di quelli che si è soliti classificare come semplice narrativa. Ma poi accade qualcosa che lo allontana, poi pian piano Buzzati accompagna il lettore nel suo mondo.
Il segreto del Bosco Vecchio è un libro magico e drammatico insieme, è un libro che ci fa conoscere l’Italia e i suoi boschi pieni di mistero e le creature che vi abitano e i personaggi così singolari che entrano in scena.
Non ci sono catene per Dino Buzzati quando racconta la sua storia e svela pagina dopo pagina il segreto del Bosco Vecchio. In campo mette tutto ciò che crede sia utile per la sua storia, perfino il vento smette di essere aria smossa e si fa personaggio per partecipare agli eventi.
E assieme al vento ci sono gazze e gufi e ogni altra creatura del bosco. E ci sono i geni nascosti e c’è la musica che nasce dagli alberi e gli insetti e le loro battaglie. C’è la montagna e la neve e c’è il profumo di una natura che si può solo immaginare.
Il segreto del Bosco Vecchio è anche un omaggio alla natura, forse inconsapevole. Nella storia l’uomo non è al centro dell’universo, ma convive con altri esseri ed entità senzienti, come gli altri animali e perfino i venti.
C’è forse un messaggio più o meno nascosto che si può cogliere a fine lettura. Il Bosco è chiamato Vecchio e vecchio è il colonnello Procolo che lo possiede e tutta la storia non è altro che un percorso verso una fine e una rinascita non annunciata, ma che c’è.
Ma non è tutto qui. C’è un cambiamento dove nessuno si aspetterebbe di trovarlo, c’è un riscatto che rimette tutto in gioco e rende la storia più naturale, credibile, vera e viva.
Scorre l’intera storia assieme al vento Matteo, le pagine sono leggere e volano nella corrente narrativa di Buzzati fino al soffio finale, fin quando tutto ha termine per lasciare posto a una nuova vita e a una nuova consapevolezza.
Il segreto del Bosco Vecchio ricorda vagamente le storie di Guareschi su Don Camillo, per il linguaggio poetico e malinconico, per aver dipinto scene di un’Italia dimenticata, per aver messo in campo personaggi antitetici ma comunque uniti. E per la bellezza narrativa che non si scorda e ci spinge a leggere ancora quegli autori.
- Il segreto del Bosco Vecchio di Dino Buzzati
- Mondadori
- 149 pagine
- 2011
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