Seguito ideale de la casta,il secondo successo dei dinamico duo Stella Rizzo è, a mio modesto parere, ancora più interessante del libro d’esordio. Il primo capitolo infatti comincia con le scodellatrici, ovvero le persone pagate profumatamente con i nostri soldi perchè le bidelle si rifiutano di scodellare nei piatti dei bambini le pietanze portate dal catering. Solo di sfuggita viene ricordato che le figure delle bidelle non esistono affatto e la pulizia della scuola è demandata ai bambini stessi, a turno. Si ricorda anche che in alcuni paesi le bidelle puliscono la scuola, in altri invece il preside è costretto a ricorrere a imprese di pulizia private.
Il primo capitolo quindi ricorda che siamo un po’ tutti una casta. Le bidelle infatti non sono assessori, presidenti di giornali o sindacati, parlamentari europei. Le bidelle siamo noi e si comportano da casta, secondo le loro possibilità, esattamente come tutti gli appartenenti a tutte le caste.
Secondo gli autori, aldilà di qualche piccolo, flebile, segno di speranza, un paese che infligge a un’impresa 233 scadenze all’anno, che impiega per fare un ponte di 81 metri il triplo di quanto i cinesi hanno impiegato per costruirne uno di 36 chilometri sul mare, un paese che rinvia i processi fino al 2020 non ha futuro. Io sono d’accordo con loro.
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