Il primo contributo italiano alla letteratura apocalittica. E proviene da un autore troppo spesso rifiutato dagli editori, uno scrittore con uno stile particolare, forse unico, che ha in sé poesia e introspezione.
Morselli affronta il tema della fine dell’umanità quasi con distacco, o meglio con una accettazione stoica, filosofica, coraggiosa anche. La sua caccia ai sopravvissuti non è spasmodica, non ha il sapore dell’avventura, ma è semplice curiosità. È un insieme di domande a cui cerca di dare una risposta.
Dissipatio H.G. ci porta all’interno del protagonista stesso, è quasi un diario personale lasciato ai posteri, che non verranno mai, è un breve resoconto della tragedia che ha colpito l’umanità. O di quella che ha colpito lui?
L’apocalisse non è quasi mai nominata, è qualcosa che c’è, anzi c’è stato, ma non ha un nome né un perché. Morselli la chiama l’Evento e per lui, il protagonista o io narrante, tutta l’umanità è angelicata in massa. Un volo d’anime, che riempie candidamente il cielo notturno.
Poesia allo stato puro in queste piccole frasi. La scrittura di Morselli è la sublimazione dello stile, è il pensiero che si fa testo e scivola sulle pagine lasciando al lettore un’impronta, una traccia di ciò è stato quell’autore incompreso.
C’è un profondo senso di solitudine in Dissipatio H.G. Morselli lascia le iniziali, non scrive nel titolo della sua opera Humani Generis. Un distacco dall’umanità? Un allontanamento dal mondo, ma repentino e anche indolore. Il protagonista è solo e l’autore fa svanire il genere umano, quei poveretti che hanno meritato una morte veloce e senza sofferenza.
La fine dell’uomo ci appare come qualcosa che deve accadere e Morselli ci parla di quest’apocalisse attraverso i ricordi e le riflessioni del protagonista, che si abbandona ai suoi studi filosofici e alle sue conoscenze.
In Dissipatio H.G. inconsciamente Morselli ci svela tutta la sua cultura, l’elevazione del suo spirito, la sua anima travagliata, ma le parole del protagonista sembrano non dare molto peso a quell’evento che ha cambiato la sua vita.
Splendide le scene iniziali in cui a poco a poco la terribile verità viene a mostrarsi all’uomo. Sono pagine di vuoto profondo, di spazi immensi e inabitati, di telefonate mute e voci registrate che conducono il lettore in un’atmosfera di silenzio e dissoluzione.
Dissipatio H.G. non è il classico romanzo apocalittico, non c’è posto qui per zombi o cataclismi improvvisi. Tutto, anzi, è intatto, pulito e questo rende l’evento ancor più orribile e spaventoso.
Dissipatio H.G. è un’opera unica che merita più attenzione da parte dei lettori italiani.
- Dissipatio H.G. di Guido Morselli
- Adelphi
- 15 pagine
- giugno 2010
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