Storia interessante questo romanzo. Una narrazione diversa dal solito, che riesce a rendere il libro ricco di riflessioni sui popoli descritti, sul periodo storico, sui paesi coinvolti.
In realtà il titolo italiano ha ben poco a che fare con l’acqua. È stato preso da una frase pronunciata da uno dei personaggi verso la fine del romanzo. Il titolo reale avrebbe dovuto essere lasciato come l’originale, Il falco vagabondo. Tor-Baz.
È lui il protagonista, anche se qui non esiste un vero protagonista. L’acqua più dolce del mondo ci svela un universo a noi lontano, con problematiche che difficilmente possiamo comprendere appieno. Quindi sono i personaggi che entrano in scena, le loro terre, le leggi contro cui si scontrano a essere protagonisti.
Lo stile di Jamil Ahmad è privo di ricercatezza, la sua scrittura è volutamente austera, ma non dura. Non dà la sensazione di spietatezza, ma piuttosto di una narrazione triste, forse un po’ malinconica.
L’acqua più dolce del mondo è un romanzo che racchiude una manciata di episodi e forse il libro può esser visto come un’antologia di racconti in cui l’attenzione è focalizzata sul ragazzo nomade, che conosciamo da piccolo e vediamo crescere.
Mi ha ricordato, per certi versi, Kim di Kipling, anche se in quel caso le vicende erano indiane e non afgane. Forse è stato il carattere del ragazzo, un bambino costretto dagli eventi a crescere più in fretta degli altri, a diventare adulto prima del tempo.
Alcune scelte narrative possono lasciare un po’ perplessi, come il passaggio – in uno solo dei capitoli del romanzo – dalla terza alla prima persona. Ma è un distacco che scorre via subito, perchè il tono si mantiene inalterato.
L’acqua più dolce del mondo è una storia che lascia qualcosa dietro di sé, se non altro delle domande. E la voglia, anche, di conoscere di più su quei popoli e su quelle terre lontane e desertiche, sulla povertà che quelle genti affrontarono allora e che ancora oggi le colpisce.
- L’acqua più dolce del mondo di Jamil Ahmad (tit. orig. The Wandering Falcon)
- Bollati Boringhieri
- 164 pagine
- ottobre 2012
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