Una storia lontana. Nessuna ambientazione temporale, ma il libro, scritto alla fine degli anni ’60, lascia supporre che sia quello più o meno il periodo in cui si svolge l’azione. Quando le rotte aeree avevano cominciato a sorvolare il Polo.
È la storia di Hendrik, ragazzo svedese, che vive per mesi nella Lapponia norvegese. La vicenda si svolge nei pressi della città di Alta, nel Finnmark, oltre il Circolo Polare.
Un romanzo che scorre, come il tempo del popolo dei Sami, altrimenti chiamati lapponi. Il confronto fra la civiltà dello svedese, che abita nelle comodità cittadine, e la semplicità dei pastori, di quella gente che abita in tende e deve spostarsi due volte l’anno.
I costumi, le tradizioni, la vita dei Sami sono qui minuziosamente descritti. Rivivono nelle pagine di un libro che, nella sua brevità, sa lasciare emozioni. Pastori di renne non è solo un romanzo che parla dell’attività dei lapponi, ma contiene spunti di riflessione su una vita che non conosce tecnologia né comodità.
Hendrik, il protagonista, combatte per il lettore un mondo che sfugge alla comprensione. Un mondo che sembra solo apparentemente arretrato. Un mondo a cui non manca nulla, infine, tanto meno il coraggio.
Cattura Pastori di renne, perché parla di avventura e dramma, di un paese lontano, anche se non irraggiungibile, e di una vita passata, di uno stile di vita, anzi, che fa della semplicità il suo punto di forza.
Forse, in un paio punti, avrebbe potuto non interrompersi, portare avanti la narrazione anziché troncare. Ma per il resto il libro è un buon romanzo di narrativa adatto a tutti.
L’edizione, scolastica, è arricchita da fotografie di villaggi e oggetti più caratteristici del popolo dei Sami.
- Pastori di renne
di M. Pucci e W. Minestrini - Edizioni A.P.E. Mursia
- 176 pagine
- 1978
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