Questo romanzo è del 1937, ma potrebbe essere stato scritto adesso. Steinbeck è stato definito un grande narratore e a ragione. La sua storia è viva e tangibile, è attuale anche, perché ciò che racconta è sì un quadro dell’America di quegli anni, ma è anche una situazione non definita da un periodo storico.
Uomini e topi ci illustra la storia di due amici all’inseguimento di un sogno. Non dirò di più, perché forse non è neanche questo il punto centrale del romanzo. Forse le problematiche che Steinbeck inserisce nella storia sono altre, fatte di piccoli dettagli, di fugaci apparizioni.
È la storia di George e Lennie, ma è anche la storia degli altri personaggi. Sono tutti un po’ protagonisti nel romanzo di Steinbeck. Non c’è una prima donna, che sovrasta e nasconde gli altri. Ognuno ha una sua parte, ognuno è un piccolo tassello che serve a tenere in piedi il tutto.
Tante storie, dunque, tante piccole storie che si incontrano e intrecciano, che portano avanti gli eventi, che ne scatenano altri. Ogni personaggio introdotto ci racconta quella sua personale, è questo il modo in cui Steinbeck ce lo mostra.
I dialoghi sono reali, spesso utilizzati per caratterizzare meglio un personaggio. È così che conosciamo Lennie, grazie al suo modo di esprimersi. Forse Lennie è il personaggio meglio rappresentato, possiamo perfino immaginarcelo, con la sua mimica e la sua parlata.
Uomini e topi è un romanzo breve che riesce a stupire in poco più di cento pagine. È una parte della vita di alcuni uomini del Sud, pochi giorni, ma sufficienti a mostrare l’America di quel tempo e i suoi problemi.
Si legge velocemente, perché, anche se non c’è azione, anche se tutto procede con calma, quasi senza fretta, le pagine incuriosiscono, tengono viva l’attenzione. Il lettore si affeziona a questa piccola realtà e al suo dramma.
La scrittura di Steinbeck è a tratti asciutta e a tratti poetica. Le descrizioni sono indimenticabili, Steinbeck si prende cura di ogni dettaglio, incantando i lettori, ogni uccello o animale o anche le foglie, il vento, tutto è partecipe della storia.
La rappresentazione della natura in Uomini e topi sembra voler rimarcare quella calma e quella tranquillità che traspare in tutto il romanzo. Ma crea anche un distacco fra uomo e natura: da una parte l’uomo con le sue problematiche, costretto ad affrontare la realtà che egli stesso modifica, dall’altra la natura che va avanti come ha sempre fatto, seguendo una legge scritta all’inizio dei tempi.
- Uomini e topi di John Steinbeck (Tit. orig. Of Mice and Men)
- Traduzione di Cesare Pavese
- Edizione Mondolibri su licenza RCS
- 120 pagine
- giugno 2002
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