Conosciamo tutti Edgar Allan Poe, almeno per sentito dire. Il Maestro dell’horror, lo scrittore che inventò il genere poliziesco, il genio della letteratura americana che ancora oggi fa parlare di sé. L’uomo che ha fatto della sua morte un mistero irrisolto.
Il Poe che abbiamo letto nei racconti è differente dal Poe delle poesie. Sebbene nei suoi versi si avverta quell’atmosfera irreale e macabra che avvolge i suoi racconti, nelle poesie Poe si fa appunto poeta ed abbraccia il fondamento logico del verso, segue la filosofia della composizione, per scrivere celebri e inimitabili capolavori come Il corvo.
Rime che scandiscono i suoi stati d’animo, i suoi sogni, o incubi, i suoi amori e i suoi misteri. Indimenticabili versi che rendono ancor più misterioso il poeta di Boston.
Come dimenticare la cadenza del Nevermore che caratterizza Il corvo? E la bellissima Le campane, col continuo Bells, bells, bells che sembra sostituire l’onomatopeico don, come se Poe in quella parola avesse voluto racchiudere il suono stesso delle campane.
Sono versi inquieti, talvolta nebulosi, come inquieta e nebulosa è stata la sua vita. Forse qui, nelle sue poesie, forse proprio nei suoi versi si può leggere il vero Edgar Allan Poe, quello più umano, più inerme, più puro.
Se è vero che la poesia riflette la vera natura del poeta, se la poesia è la vera voce dell’artista che in versi e rime dà sfogo ai suoi pensieri, allora qui possiamo carpire l’animo di Poe, vederlo a nudo, libero da ogni costrizione e solo, definitivamente solo davanti al suo pubblico.
- Il Corvo e tutte le poesie
di Edgar Allan Poe - Newton Compton Editore
- 304 pagine
- 15 settembre 2005
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