Racconti dall’India coloniale, storie nostalgiche, perdute di un paese lontano, dove saggezza, povertà e ricchezza si mescolano fra loro, tessendo la vita di un popolo antico e affascinante.
L’India di Kipling, da lui tanto amata, l’India delle bellissime storie della Giungla ritorna in una veste differente, non più raccontandoci del suo lato selvaggio, delle sue foreste e dei suoi mille abitanti, ma narrandoci degli uomini e delle loro case, dei loro amori e delle loro sofferenze.
Sedici racconti emozionanti, pubblicati fra il 1885 e il 1891, che ci dipingono un’India viva, che reclama un suo posto, una sua dignità, una sua libertà. Mettono in luce il contrasto fra le due culture: quella indiana e quella inglese. Sebbene i rapporti fra i dipendenti britannici che vi lavoravano e la gente dei villaggi e delle città fossero buoni e basati sul reciproco rispetto, da quelle storie, così semplici, così “quotidiane”, emerge il grande divario che le separa. Se c’è un’unione, questa tende a infrangersi, separando irreparabilmente le due parti, ognuna delle quali trova rifugio e sicurezza nel proprio tessuto culturale, indistruttibile. Anche se non sempre quel rifugio si rivela la soluzione migliore, alcune volte infatti è l’unica soluzione concessa, è il destino dal sapore amaro, il destino inevitabile che giunge all’improvviso.
Le pagine di Lispeth (Lispeth) e di Amore senza privilegi (Without benefit of clergy) ci lasciano impietriti, Il marchio della bestia (The mark of the beast) e Al momento del trapasso (At the end of the passage) ci ricordano le storie del terrore narrate la sera davanti al camino, Oltre il limite (Beyonf the pale) è la testimonianza dell’abisso che separa le due culture e Bee Bee, Pecora Nera (Baa baa, Black Sheep) è la forza del riscatto.
Amore, sofferenza, mistero: tre elementi che si combinano fra loro regalandoci storie uniche e indimenticabili.
- La città della tremenda notte di Rudyard Kipling
- Edizione Mondolibri su licenza Adelphi Edizioni
- 272 pagine
- giugno 2007
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