Six shots rappresenta una raccolta di racconti western fuori dell’ordinario. Sono storie che non leggerete altrove, come viene sottolineato nel libro, che nessun giornale potrà mai riportare, perché chi le ha vissute ha preferito non porsi troppe domande.
Six shots sono sei gioielli in cui western e fantastico convivono perfettamente amalgamati. Sono una sfida all’immaginazione dello scrittore, sono la prova inconfutabile della validità del binomio della fantasia introdotto da Gianni Rodari.
Tutto, in Six shots, ci ricorda il West che abbiamo amato in indimenticabili pellicole e in fumetti d’autore. I paesaggi, i dialoghi, la scenografia, la struttura stessa delle storia. Ma qui c’è in più l’elemento impossibile, incredibile, inverificabile. Eppure funziona.
Sei pistole
Un racconto avvincente e ben scritto che mescola fantastico e western in un’avventura sanguinosa e drammatica che ricorda i vecchi film western, ma con l’aggiunta dell’elemento straordinario che riesce a convivere alla perfezione nell’ambiente del Far West.
Potremmo anche ipotizzare che Sei Pistole non sia ciò che gli altri vedono, ma una creativa e immaginaria trasposizione del pistolero tipico che riesce a far fronte a un attacco superiore alle sue forze.
Twilight Jackson e Paddy McGee
In questo racconto Mogavero riesce a coniugare il west coi poteri degni di un supereroe. Anche se non ha nulla del supereroistico, la storia parla del dramma di un uomo che riesce a convivere con la sua croce.
Una storia triste, a guardarla bene, ma anche velata di un sottile umorismo, come del resto ogni altro racconto della raccolta.
Nebbia e silenzio a Cherokee Hill
L’orrore di questo racconto non è classico, ma piuttosto drammatico. La storia ricorda Una pura formalità, film di Tornatore. Pochi personaggi, qui, ma ben definiti. Una coppia di personaggi, anzi, che vedono coinvolti due opposti mondi.
Portato avanti con bravura, il racconto non svela nulla al lettore se non nel giusto momento, quando tutto ormai è detto e mostrato e non resta che osservare la scena finale, l’epilogo del dramma.
La notte del poker
Più che godibile storia incentrata su una partita a poker. Anche qui Mogavero sorprende il lettore, sia mescolando western, religione ed erotismo sia riuscendo a eludere, in senso positivo, le aspettative del lettore.
La notte del poker è una lunga e travagliata notte. Si prepari, chi leggerà la storia, a seguire una partita a carte insolita, una partita giocata non solo con un mazzo di carte, ma anche e soprattutto col destino.
I baluardi
Anche in questo racconto l’autore coniuga western e religione, inserendo un aspetto sempre poco visto nel genere letterario. Possiamo quasi dire che I baluardi sia una sorta di western favolistico, perché in fondo l’autore non è stato così spietato coi suoi personaggi.
Atmosfere differenti si uniscono qui a formare una storia unica, scene forse da voo doo, in cui emerge da una parte l’antica lotta fra Bene e Male e dall’altra l’attaccamento superstizioso a pratiche divinatorie che viene a essere l’ultima ancora di salvezza per colmare il dolore.
La resa dei conti
La resa dei conti rende onore al titolo. È il ciclo che si chiude, in cui Mogavero si allontana dai suoi personaggi e dalle sue storie in un commiato che non lascia nulla in sospeso. È il momento di tirare le somme, in questa storia finale.
È l’addio, classico del western, in cui l’eroe lascia la scena al tramonto, a testa alta, né vinto né vincitore, ma consapevole. È il momento in cui ritroviamo vecchie conoscenze, il loro saluto al lettore che si chiede che fine avessero fatto.
- Six shots di Alfredo Mogavero
- Edizioni XII
- 173 pagine
- 2010
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