Alice Sanderson viene trovata morta nel suo appartamento di Manhattan con la gola gola recisa. I sospetti convergono su Arthur Rhyme, un uomo che la vittima frequentava da poco ma il delitto è solo l’ultimo di una catena di omicidi che da qualche mese insanguina New York.
Le prove contro Arthur sono talmente schiaccianti da risultare sospette e Lincoln Rhyme, criminologo tetraplegico dall’intelligenza acuta e ribelle, prende in mano il caso per provare a scagionare il cugino ricostruendo il puzzle che ha portato alla creazione del delitto perfetto.
Le indagini lo condurranno ad alcune società che accumulano dati sull’esistenza della gente comune, sulle tracce di un killer che conosce ogni dettaglio della vita degli altri.
L’aspetto più interessante del libro è proprio quest’ultimo: sicuramente un giallo ben costruito approfondisce alcuni aspetti della società moderna evidenziando quanto sia facile, per chi ha le giuste capacità e l’accesso ai dati, conoscere i dettagli della nostra vita quotidiana.
In un’epoca dominata da facebook, dalle fidelity card, dalle carte di credito e dalla tecnologia il timore che un grande fratello possa conoscere anche gli aspetti più riservati della nostra vita non sono totalmente infondati, fortunatamente il libro tende ad estremizzare alcuni concetti e porta il sospetto al limite del complottismo, resta comunque il fatto che la custodia della nostra privacy è un aspetto che tendiamo a sottovalutare e leggendo il libro si ha un incentivo ad alzare la soglia di attenzione.
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