Un libro sulla scrittura diverso dagli altri. Gianni Rodari, favolista ben conosciuto, ci racconta come creare storie per bambini e soprattutto ci svela i meccanismi che fanno funzionare la creatività.
La grammatica della fantasia è soprattutto un insieme di ricordi dell’autore e di come inventava storie e faceva inventare altre storie, altri finali ai bambini. Un libro che mette insieme il suo lavoro e ci fa conoscere Rodari sotto un’altra veste.
Non c’è più il Gianni Rodari narratore, ma c’è l’insegnante, anche se il libro non è presentato come un insegnamento, non c’è nulla da studiare. C’è il Rodari uomo che si mette in discussione, si racconta, ricorda, propone.
La fantasia, secondo l’autore, segue una sua grammatica, fatta di una sola regola: lasciar liberi i pensieri. È questo che m’è rimasto dopo la lettura del libro.
Il bambino a cui è stato dato un piccolo suggerimento, a cui è stata narrata una storia, va avanti con la sua fantasia e la ricrea, in base alle sue conoscenze e alla sua educazione. Quelli soltanto risultano essere i suoi limiti, se di limiti vogliamo parlare.
La grammatica della fantasia è un’introduzione all’arte di inventare storie, come recita il sottotitolo. Un’introduzione, appunto. Perché spiega come servirsi della propria fantasia.
Le storie nascono poi da sé, anche con poco, anche con elementi che nulla hanno a che vedere uno con l’altro. Il binomio della fantasia è uno dei concetti più importanti espressi nel libro. È una soluzione vincente per ogni storia fantastica.
Il libro è inoltre ricco di esempi, di storie, di filastrocche, come i limerick, che Rodari ha scritto e che compaiono in veste di pura dimostrazione. La grammatica della fantasia non è solo un libro adatto a chi ama scrivere storie per bambini, perché i concetti espressi valgono per chiunque voglia inventare storie.
- Grammatica della fantasia di Gianni Rodari
- Einaudi
- 190 pagine
- 2010
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