Un’altra perla di scrittura dello scrittore incompreso. Questa volta su un argomento che lo riguarda da vicino, il suicidio. Un libretto di 30 pagine che si legge senza angoscia, nonostante il tema, a differenza del romanzo Dissipatio H.G.
Entrambe le opere hanno parlato del suicidio, anche se in modi differenti. In Dissipatio H.G. il suicidio rappresenta l’incipit del libro, anche se l’apocalisse interna del protagonista viene spenta in ultimo per esser sostituita da quella, reale, dell’intero genere umano.
In Suicidio Morselli ci illustra le varie motivazioni che spingono l’uomo a negare la propria esistenza, ad abbandonarla, a preferire la morte piuttosto che una vita senza più alcuno stimolo. È una sorta di brevissimo trattato filosofico sul suicidio, tanto che l’autore arriva paradossalmente a sostenerne l’inesistenza.
Nessuna istigazione da parte di Morselli, non è un tentativo di giustificare i suicidi, né di mettersi al fianco di chi ha scelto di uscire di scena, ma un lucido esame dei conflitti interni che portano l’uomo a desiderare la propria morte per un completo disinteresse verso il resto della propria vita.
È accettazione, quindi, del fatto, estremo, drammatico, irreversibile. Il suicidio è solo una delle tante forme di cessazione della vita, una sorta di causa naturale che interviene quando cause più importanti, distruttive, lesive, spengono qualsiasi sentimento dell’uomo nei confronti di tutto ciò che ha attorno.
Suicidio è un articolo pubblicato su Il tempo il 7 settembre 1919, mentre Capitolo breve sul suicidio è un breve saggio, forse del 1956.
- Il suicidio-Capitolo breve sul suicidio di Guido Morselli
- Via del vento edizioni
- 30 pagine
- copia 1729 di 2000
- 2004
Speak Your Mind