Un saggio di tempi andati, ricordi di vita giovanile durante il tanto discusso ventennio fascista, agli occhi di un giovane che ha vissuto in prima persona eventi che hanno cambiato la storia italiana.
Ricordi, soprattutto. Nato nel 1924, Capuani ricostruisce i momenti più salienti della sua vita, analizzando al contempo l’ideologia fascista e il suo distacco da essa. La sua scelta di vita sarà influenzata dagli sviluppi e dai retroscena della politica del tempo, che resta comunque, come giustamente sostenuto dall’autore, un periodo di insegnamenti ma anche di ammonimenti.
C’è nostalgia nelle righe scritte da Capuani. La nostalgia dei momenti trascorsi in famiglia o con gli amici. E un sapore malinconico. La guerra vissuta nella sua drammaticità, con le perdite e la distruzione, sia materiale sia di ideali, lascia un segno permanente. Fa compiere delle scelte.
E le scelte portano inevitabilmente a distacchi, a percorrere strade diverse, a non incontrarsi mai più. Subentra il rimorso, anche, per non aver potuto cambiare un destino.
Se appare dura l’analisi di Capuani sul fascismo e sui suoi esponenti, quando ne critica gli atteggiamenti e le azioni delinquenziali, non risparmia al tempo stesso giudizi negativi sulle giustizie sommarie operate dai partigiani, di cui, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, non si osa parlare.
Eppure, leggendo questo libro, si sente il bisogno di un confronto aperto: le scelte compiute da ognuno a quei tempi vanno rispettate, se intraprese in difesa di ideali e non di supremazie.
- Ricordi di tempi fascisti di Gian Maria Capuani
- Jaca Book
- 111 pagine
- Marzo 1995
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