Niceville è un romanzo che ho gradito, anche se non so come giudicarlo. È scritto in modo davvero coinvolgente, con un linguaggio senza mezzi termini che non scende nel volgare gratuito, anche se talvolta cade in eccessi che a lungo andare risultano pesanti.
Troppe metafore, forse, che da una parte colorano le scene e i personaggi e dall’altra fanno apparire tutta la storia un’americanata. Niceville è comunque un romanzo horror ben gestito, con un intreccio che spezza la storia e porta il lettore a chiedersi continuamente come andrà a finire.
Tuttavia, forse a causa anche dell’intreccio e del numero di personaggi introdotti, Niceville mi ha fatto perdere il filo più di qualche volta: spesso non ricordavo chi fosse quel personaggio e del perché facesse parte della storia.
Carsten Stroud sa come agganciare il lettore, sa scrivere e su questo non ho dubbi. Ho divorato il suo romanzo, ma resto comunque scettico sulla qualità dell’opera e sul suo reale valore all’interno del genere narrativo.
Di sicuro un horror completo, che unisce il poliziesco al sovrannaturale – anche se non ai livelli di Tarantino – e una storia fatta di tante storie contenute una nell’altra. I personaggi hanno un loro passato e quel passato ritorna e è parte integrante della storia.
In Niceville però ci sono scene che non trovano alcuna spiegazione, scene che neanche l’autore chiarisce al lettore. Giunti alla fine del romanzo ci si pone alcuni interrogativi, che purtroppo non trovano risposta.
In conclusione credo che Niceville sia un romanzo da leggere, ma senza troppe aspettative. Non è un horror che colpisce, che lascia il segno, anzi è più un poliziesco con qualche connotato horror. Posso dire che l’autore sembra aver distinto i due aspetti della storia, come se volesse alternare la realtà al sovrannaturale e mai mescolarla. E quando questa mescolanza c’è, non prevale mai.
- Niceville di Carsten Stroud (tit. orig. Niceville)
- Longanesi
- 412 pagine
- agosto 2012
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